giovedì 31 ottobre 2013

Felice Halloween amici bloggers

Dunque, io odio le feste programmate, le peggiori per me sono il natale e il compleanno entrambe feste che non festeggio da anni.
Anche la festa di Halloween a dire il vero mi sembra una minchiata, o meglio, è una minchiata che venga festeggiata in Italia, cioè non centra un piffero con la nostra cultura, ma noi siamo copioni e copiamo tutto quello che fanno gli ammaregani (come diceva Albertone), tra un po vedrete che festeggieremo pure il giorno del ringraziamento XDXDXD

Ma vabbè, una cosa buona Halloween l'ha portata:

LUI


Tolto LUI, per me Halloween può anche andare a cagare, ma la saga del ragazzaccio dell'Illinois è una delle mie preferite, (non si era capito vero? XD) e credo che oggi, che dopo una settimana al lavoro, che definire stressante è un eufemismo, ho finalmente il giorno di riposo, quindi una volta finito questo post mi piazzo sul divano prendo dagli scaffalli i dvd dei film della saga di Michelone e me li guardo per tutto il giorno, fino a tarda sera.
Feci una cosa analoga nel 2004 quando un Venerdì 13 il canale fantasy ripropose tutti i film di un altro mio grande amore, ovvero Jason, stetti davanti alla tv dalla mattina all 9 fino alla sera alle 23.

Ma quanto sono malato da 1 a 10????

Ve lo faccio vedere io quanto sono malato, vi lascio qui delle foto di una festa di Halloween del 2009, se ben ricordate era uscito da poco nelle sale Halloween II di Rob, film che alcuni criticano, ma che io amo con tutto me stesso, andai a vederlo quattro volte al cinema, e coi miei amici decidemmo, per una festa in maschera di fare il cosplay della famiglia Myers.

Ebbene eccovela, io sono il Michael classico, con maschera bianca e tuta da lavoro, il mio amico cappellone è il Michael del manicomio, la nostra amica è mamma Myers versione fantasma, come nel film, la nostra amica è anche carina, ma non bona come Sheri Moon XD.









"ma io sono superman, non potete uccidermi"
"pff, superman è na merda come i suoi film, noi siamo Michael"







mercoledì 30 ottobre 2013

Metallica - Through the never

Titolo Originale: ID
Regia: Nimròd Antal
Sceneggiatura: James Hetfield, Kirk Hammett, Robert Trujillo, Lars Ulrich, Nimròd Antal
Produttori: Charlotte Huggins, Jeff Zachary
Interpreti: James Hetfield, Kirk Hammett, Robert Trujillo, Lars Ulrich, Dane DeHaan
Anno: 2013
Nazionalità: USA
Durata: 93 min. ca

Il giovane Trip è un tecnico che lavora come turnista per i Metallica e proprio mentre questi ultimi stanno salendo sul palco di una grande arena per iniziare il loro concerto a Trip viene affidata una missione: il ragazzo deve raggiungere un bus della band rimasto a secco per le strade di Newark, all'interno del bus vi è una valigetta contente non si sa cosa, ma qualunque cosa sia sembra di vitale importanza per la band.
Mentre i quattro horsemen si scatenano sul palco assieme alle migliaia di fans, Trip intraprenderà una bizzarra quanto pericolosa avventura per raggiungere il bus e recuperare la valigetta.
 
 
Da metallaro incallito, rozzo e fiero quale sono non potevo perdermi questo film, che a dire il vero non è proprio un film, ma una performance live dei Metallica intervallata dalle scene strambe e folli che vedono protagonista il giovane Trip, il quale si aggira per una metropoli, sporca, violentissima e impazzita, nella quale imperversa una sommossa popolare esplosa non si sa bene per quale motivo e non ci interessa saperlo, in fondo questa pellicola non ha un vero e proprio perchè ne una vera trama e non deve averla, questa pellicola è un regalo che la band dedica ai suoi fans e lo fa dal profondo del cuore e si vede, ma soprattutto si sente, eccome se si sente.
Nonostante ascolti metal da anni, nonostante sia andato a centinaia di concerti e visto altrettante band dal vivo, ammetto, con vergogna di non aver mai visto live Hetfield e soci principalmente perchè ormai da anni, almeno su cd, i quattro leggendari thrasher fanno abbastanza cagare, anzi io personalmente apprezzo moltissimo solo i primi quattro album, dopodichè, i Metallica non sono riusciti a mantenre quella furia e rozzezza che invece altri loro illusti e IMHO migliori colleghi hanno mantenuto e mantengono tutt'oggi, su tutti i mitici Slayer e i grandi Testament, ma non posso negare che i quattro Horsemen hanno fatto la storia del metal e prima o poi li vedrò dal vivo, intanto questa sera me li son visti in 3d (una delle rare volte che l'ho apprezzato) e mi ci sono fottutamente divertito, non solo per il film che è una bomba, ma per l'atmosfera che c'era in sala, una sala invasa solo da metallari che quando il film inizia e la band sale sul palco e si sentono le prime note della splendida "Creeping Death"  alza le corna al cielo e inizia a cantare, una figata e come quando vado ai concerti, a fine visione ero senza voce e parecchio sudato dal momento che ho urlato e fatto headbanging e air guitar per tutta la durata del film.
Anche dal punto di vista cinematografico il film è validissimo, la regia del grande Nimròd Antal, autore del meraviglioso e sottovalutato "Predators" (film che amo alla follia) è perfetta sia nelle scene del concerto, con la cinepresa che gira attorno ai quattro musicisti, ma anche nelle sequenze d'azione riguardanti l'avventura di Trip, il montaggio è ottimo e il susseguirsi del concerto va perfettamente di paripasso con gli strani e surreali avvenimenti vissuti dal giovane protagonista.
Va chiarita una cosa, chi non è metallaro e non apprezza minimamente questo genere musicale deve stare alla larga da questo film perchè potrebbe veramente annoiarsi se non addirittura irritarsi, ma chi come me, che davanti a tutto metto il cinema, ma che come seconda ragione di vita ho l'heavy metal, beh il divertimento e il pogo sono assicurati.
Quindi chiudo dicendo: HEAVY METAL IS THE LAW.

sabato 26 ottobre 2013

Dark Skies - Oscure presenze

Titolo Originale: Dark Skies
Regia: Scott Stewart
Sceneggiatura: Scott Stewart
Produttori: Jason Blum, Jessica L. Hall
Interpreti: Keri Russell, Josh Hamilton, Dakota Goyo, J.K. Simmons, Kadan Rockett, L.J. Benet
Anno: 2013
Nazionalità: USA
Durata: 97 min. ca

La famiglia Barret vive in una bella casa di periferia e conduce un'esistenza apparentemente tranquilla, ma un giorno iniziano a verificarsi strani ed inquietanti fenomeni che coinvolgono tutti i membri del nucelo famigliare. Di li a poco i Barret scopriranno di essere stati presi di mira da misteriose e malvage forze aliene venute per rapire un membro della loro famiglia.
Per i Barret sarà l'inizio di un incubo senza fine.


Lo chiarisco subito, gli unici due alieni che occupano un posto speciale nel mio cuore sono Alien e Predator, tutti gli altri alieni cattivi sono  ganzi, ma non li amo come i due idoli sopracitati, e poi ci sono gli alieni buoni come E.T. o i monchi di "Mission to Mars" e quelli occupano un posto speciale nel mio cesso.
Fatta questa  doverosa premessa posso affermare che questo film, diretto dal simpatico Scott Stewart non è affatto male; ovvio non è nemmeno un cult, ma in ogni caso si lascia vedere, come struttura narrativa e come concetto, la pellicola in questione attinge a piene mani da "Signs" e da horror paranormali come "L'evocazione", risultando inferiore al primo (lo Shyamalan dei tempi d'oro era assai notevole, quello di ora invece brrr...), ma forse superiore al secondo (il film di Wan tecnicamente è fatto meglio, ma quel finale buonista e retorico mi è stato sui testicoli mentre in questo film il finale è d'effetto), quindi diciamo che il film è nel complesso interessante, ma sicuramente si poteva fare di più.
La prima mezz'oretta abbondante è effettivamente molto, troppo, lenta e non nascondo che mi ha causato più di uno sbadiglio, sarà che me lo son visto spaparanzato nel letto, dato che il film è uscito si e no in 20 sale in tutta italia (dalle mie parti nada), sarà che questo filone un pochino mi annoia, ma diciamo che per i primi 30 minuti non mi prendeva per niente, poi la tensione comincia a salire, il mistero si infittisce e le apparizioni dei "grigi" come vengono chiamati dai protagonisti sono sicuramente d'effetto.
Anche il cast è valido su tutti Keri Russell sempre in gamba e ancora bella nonostante inizi anche lei a mostrare i segni dell'età, bravino il padre e assai in parte i due ragazzini che interpretano i figli della sventurata coppia; forse un po sprecato J.K. Simmons, attore che apprezzo molto, ma che quì si limita ad una comparsata.
La regia di Stewart è forse un po troppo di stampo televisivo, ma tuttosommato non è da buttare, poi si arriva al finale, finale che come accennavo prima non è male, non è buonista ne scontanto, anzi vi è un buon colpo di scena che lascia le porte aperte ad un sequel, chissà se lo faranno o meno, da quello che ho capito il film ha avuto un buon successo quindi forse, vedremo.
Concludo dicendo che "Dark Skies" non è certo un film memorabile, ma una visione la merita senza dubbio.

venerdì 25 ottobre 2013

La più bella delle notizie






Se c'è una saga che negli anni è stata sputtanata, questa è proprio quella di "Hellraiser" che con gli ultimi mediocri sequel culminati con l'inguardabile "Revelations" film talmente brutto che non vede nemmeno la presenza del mitico Doug Bradley nei panni del signore degli inferi dalla testa a spille, ma quella di un cialtrone incapace qualunque, del quale ho già rimosso il nome, la saga era andata defintivamente a farsi fottere.
In tutti questi anni il progetto di un reboot è passato da una scrivania all'altra, prima si parlò di un reboot ad opera di Pascal Laugier, progetto che non vide mai luce, e io aggiungo, per fortuna, perchè a me sinceramente sto Laugier non ha mai convinto, poi si parlò se non erro di un reboot firmato da Alexandre Bustillo e Julien Maury, e con loro già ero più fiducioso perchè "Inside" mi piace molto, "livide" mi fa schifo invece, però ero curioso, ma alla fine anche tale progetto annegò.


E ora, rullo di tamburi ecco la news delle news:

Clive Barker scriverà e dirigerà personalmente il reboot del suo Hellraiser e, cosa più importante, sarà sempre Doug Bradley ad interpretare Pinhead e il regista ha già detto che il film non sarà un copia incolla del film del 1987 e che non ci sarà cg o sboronate moderne, ma che sarà tutto old style e tutto molto estremo e perverso, come erano i primi film della serie.

NON SO VOI MA IO GIA' GODO COME UN PORCO

martedì 22 ottobre 2013

Hannibal 1 Norman 0, due icone dal grande al piccolo schermo

Visto che da qualche settimana è terminata la prima stagione di "Hannibal" e quella di "Bates Motel" sta giungendo al termine ho pensato che fosse interessante tirare le somme e fare un paragone tra questi due telefilm.

Per quel che mi riguarda è il Dr. Lecter ad uscire vincitore, mentre il povero Norman perde miseramente, già perchè la serie tv ispirata al dottore cannibale è veramente una forza, mentre la serie tv ispirata al noto matricida è veramente una merda.

Parliamo un attimo delle rispettive saghe cinematografiche, entrambe molto apprezzate dal sottoscritto, forse a parimerito.

HANNIBAL LECTER
Per quello che riguarda il Dr. Lecter non sono mai stato un fan della sua prima avventura, ovvero "Manhunter" che ritengo assai sorpavvalutato, non che sia un brutto film, ma Michael Mann ha fatto di meglio, mi è sempre sembrato un film un po frettoloso, con personaggi solo abbozzati, il Lecter di Cox era squallidino forte e il finale con Dolarhyde che spara agli sbirri con sottofondo di Iron Butterfly mi ha sempre fatto storcere il naso.
Nulla da dire sulla trilogia con Sir Hopkins, i VERI film di Hannibal Lecter, "Il silenzio degli innocenti" beh non c'è bisogno che ne parli tanto, un cult assoluto, il primo vero film di Lecter, un thriller feroce e morboso che ha fatto storia.
"Hannibal" è un bel film, la prima parte a Firenze è ottima, perde un po nel finale, ma Ridley Scott ha trattato bene il personaggio.
"Red Dragon" che tutti odiano, beh per me è la versione bella e fatta bene del film di Mann, oltre al cast superlativo, l'ho trovato più coinvolgente e interessante rispetto alla prima trasposizione.
Poi arriva "Le origini del male" filmettino ino ino, che sputtana un po il personaggio facendolo diventare una specie di eroe romantico, ma alcune morti sono discrete, ma assieme al film di Mann è imho il meno riuscito.

NORMAN BATES
Il primo "Psycho" beh come per "il silenzio degli innocenti" è superfluo parlarne, è il top di Sir Alfred nonchè una delle pietre migliari della storia del cinema, con la scena della doccia che ancora oggi sconvolge per il suo realismo e la bellezza delle inquadrature e il grande e compianto Anthony Perkins è immenso nel ruolo del folle Norman.
"Psycho II" è un buon sequel, forse la sceneggiaturaa ha un po di buchi e il finale è poco chiaro ma Perkins è sempre in gamba.
"Psycho III" il secondo miglior film della saga dopo il primo, violento e cupo con Perkins che dimostra di essere un bravo regista oltre che un grande attore.
"Psycho IV" filmetto tv caruccio, anche se inutile e con un finale sdolcinato, ma nel complesso si guarda.
Poi arriva quell'aborto del remake di Van Sant che è una delle cose più inutile e penose della storia, e lo dice uno che non odia i remake, anzi, ma se fai un remake devi cambiare qualcosa, qui si è fatta solo una squallida fotocopia fatta coi piedi e attori assolutamente non in parte, cioè Vince Vaughn che fa Norman? Mamma mia.

Ora arriviamo alle serie tv, la prima quella di "Hannibal" è girata talmente bene che sembra per il cinema, il cast è ottimo, Mads Mikkelsen è perfetto nel ruolo del sadico dottore cannibale anche se ho notato che è un po diverso dalla versione big screen, quello di Hopkins era più selvaggio e anche ironico, mentre quello di Mikkelsen è di ghiaccio, privo di qualunque emozione, insomma un mostro vuoto e senz'anima, con meno fascino di quello cinematografico, ma non meno efficace.
Anche il resto del cast è in forma, soprattutto Hugh D'Arcy nei panni di un Will Graham schizzato e quasi più folle di Lecter, ok non è Edward Norton, ma se la cava benissimo lo stesso.
Ora si è in attesa della seconda stagione, che aspetto con bava alla bocca, anche se spero che questa serie non duri i secoli, al massimo altre due o tre stagioni poi stop, altrimenti si rischia di rovinarla.

Ora le dolenti note, "Bates Motel", ma che cazzo hanno fatto, un Norman Bates versione "Dawson's Creek"? Ho visto solo le prime 3-4 puntate e poi l'ho subito archiviato, cioè come massacrare un'icona inpunemente, dovevan mostrare l'infanzia del mostro e del rapporto morboso con la madre e invece che fanno? Mettono tutto in stile teen drama con un Norman che ogni tanto si scontra con la madre (una brava Vera Farmiga) perchè lo rimprovera che fa tardi la sera.... Norman è impersonato da un imbambolato Freddie Highmore, che si impegna anche e di certo è meglio di quel pesce lesso di Vince Vaughn, ma non vale un unghia ne di Perkins ne di Henry Thomas, ovvero colui che aveva impersonato Norman giovane nel quarto film, che appunto pur essendo un filmetto va considerato l'unico prequel attendibile delle avventure di Norman, mentre questo squallido telefilm non va considerato e invece va solo rimosso; anche di questa serie stanno facendo la seconda, che ovviamente eviterò come la peste.

Quindi posso dire che il Dr. Lecter ha vito anche nel piccolo schermo, mentre Norman ha perso purtroppo.

Ora amici blogger a voi la palla, che ne pensate di questi due telefilm? Concordate con me oppure no?

Aspetto commenti. ;-)

"Mi dispiace Norman, ho vinto io e ora ti mangio il fegato con un bel piatto di fave e un buon Chianti"

"Non è colpa mia Dr. Lecter, è colpa di Dawson's Creek e 90210"




venerdì 18 ottobre 2013

Escape Plan - Fuga dall'inferno

Titolo Originale: Escape Plan
Regia: Mikael Hafstrom
Sceneggiatura: Miles Chapman, Jason Keller
Produttori: Robbie Brenner, Mark Canton, George Furla, Kevin King Templeton
Interpreti: Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger, Sam Neil, Jim Caviezel, 50 Cent, Vincent D'Onofrio, Vinnie Jones
Anno: 2013
Nazionalità: USA
Durata: 116 min. ca
 
Ray Breslin è un esperto progettista di pentienziari di massima sicurezza, un giorno viene incercerato ingiustamente in una prigione ad altissima tecnologia dalla quale è impossibile evadere, prigione da lui stesso progettata. Per poter fuggire da quel luogo infernale e scoprire chi l'ha incastrato dovrà allearsi con un galeotto, il rude Rottmayer e insieme dovranno vedersela con il sadico Hobbes, il direttore della prigione.
I due galeotti progetteranno una fuga impossibile.
 
 
E' da quando sono piccolino che aspetto di vedere un film con Sly e Schwarzy protagonisti dal momento che nella splendida bilogia (a breve trilogia) dei "Mercenari" è solo il primo ad essere protagonista, il secondo si limita a qualche comparsata.
Questa volta invece i due beniamini dell'action dividono la scena fifty-fifty il chè è già di per se una cosa meravigliosa, se ci mettiamo poi che il film del simpatico Hafstrom è un validissimo action rozzo e squisitamente oldschool, bè il gioco è fatto; si perchè questo "Escape Plan" ha tutto ciò che si può volere da un action della vecchia guardia, un action che diciamo è l'antitesi di una serie come può essere "Fast & Furious" serie anche passabile, ma troppo moderna e patinata, con gli omaccioni d'azione anche ganzi, ma troppo "puliti" o comunque rozzi e zozzoni solo all'apparenza.
Qui per fortuna questa cosa non avviene perchè Sly e  Schwazy ci dimostrano ancora una volta che per fare un bel film d'azione basta essere incazzati, basta avere la forza di volontà di picchiarsi ogni 5 secondi e sparare battutine a raffica, questo sono e questo fanno per tutto il film, con grande gioia del sottoscritto che non può che appurare che questi due miti saranno anche vecchi, ma ancora spaccano il culo e di brutto.
Anche il resto del cast è egregio, abbiamo un Jim "ex- Gesù" Caviezel più cattivo e sadico che mai, un D'Onofrio viscidello quanto basta e un Sam Neill forse un po troppo messo da parte. Molto belle le cupe e labirintiche scenografie della prigione che veramente da l'idea allo spettatore di trovarsi in un buco isolato e fuori dal mondo il tutto condito con una bella e sporca fotografia, anch'essa squisitamente 80's.
La regia di Hafstrom è solida e senza sbavature così come la sceneggiatura che non ha mai un momento di noia e inchioda e coinvolge il pubblico dall'inizio (davvero d'effetto) fino al finale ultra sborone come nella tradizione dei film di questi due dinosauri.
Se proprio devo trovare una pecca eh, il doppiaggio italiano è orrendo, ma appunto è colpa dell'Italia, come al solito, non del film, Sly è ok, ha la solita ottima voce di Massimo Corvo, ma Arnold? Ma che cavolo di voce gli hanno dato? Ma chi è quello che lo doppia, uno preso per strada? Che fine ha fatto Alessandro Rossi? Boh, ogni tanto i direttori di doppiaggio fanno delle cappelle mostruose.
Però dai, doppiaggio a parte, il film merita sicuramente, manderà in brodo di giuggiole coloro che come il sottoscritto amano questi due simpatici bestioni, ma sicuramente annoierà chi invece non ama o semplicemente snobba questo tipo di cinema. 

venerdì 4 ottobre 2013

Il cacciatore di donne

Titolo Originale: The Frozen Ground
Regia: Scott Walker
Sceneggiatura: Scott Walker
Produttori: Remington Chase, 50 Cent, Randall Emmett, Jane Fleming, Mark Ordesky
Interpreti: Nicolas Cage, John Cusack, Vanessa Hudgens, Dean Norris, 50 Cent, Radha Mitchell
Anno: 2013
Nazionalità: USA
Durata: 105 min. ca

Alaska 1983; l'integerrimo sergente di polizia Jack Halcombe è sulle tracce di un pericoloso serial killer che rapisce, stupra e uccide giovani prostitue, i suoi sospetti si indirizzano su Robert Hansen, insospettabile padre di famiglia e cittadino modello; gli alibi di Hansen sembrano inattacabili, ma Halcombe ha dalla sua parte la testimonianza della giovane prostituta Cindy Paulson, che rapita dal folle è riuscita poi a scappare. Ora Hansen farà di tutto pur di trovare la ragazza e ucciderla prima che essa possa testimoniare, inizia così una corsa contro il tempo da parte del detective Halcombe e del resto delle forze di polizia per trovare le prove necessarie ad incastrare il mostro prima che uccida ancora.


I film sui serial killer mi sono sempre piaciuti molto, quando poi sono tratti da storie vere come in questo caso, l'interesse e la curiosità aumentano ancor di più, mettiamoci poi che come protagonisti ci sono due attori che adoro beh il gioco è fatto, ma a prescindere dall'argomento trattato e dal cast, ritengo che questa pellicola diretta dall'esordiente, ma già molto bravo Scott Walker, sia davvero una delle più riuscite, interessanti e coinvolgenti degli ultimi anni sul filone appunto degli omicidi seriali.
Conoscevo già la storia di Hansen, in quanto vidi uno speciale in televisione diversi anni fa, ma molti aspetti mi erano sfuggiti e grazie a questo bel film ho potuto ampliare le mie conoscenze in materia.
Quello che subito appare evidente è che il regista vuole immergere lo spettatore nell'inferno dei tre protagonisti, infatti la vita del detective Halcombe ci viene mostrata da vicino, la sua dedizione alla famiglia, il suo passato tormentato per la morte della giovane sorella uccisa da un pirata della strada... allo stesso tempo vediamo la vita del feroce Hansen, la sua doppia vita per meglio dire, quella alla luce del sole, ovvero quella del bravo maritino e bravo padre (anche se in realtà si nota subito che la sua famiglia è intimorita dalla sua presenza) e quella oscura, ovvero quella del mostro sadico e perverso, in fine abbiamo una visione chiara anche della drammatica e precaria esistenza della giovane prostituta scampata alla furia omicida del maniaco, un'esistenza fatta di abusi, violenze e droga, e forse più di tutti è lei quella che vive in un inferno senza via d'uscita.
Questi tre personaggi sono rappresentati molto bene dai tre attori protagonisti: Nic, che come sapete è un attore che adoro, se la cava benissimo nella parte dello sbirro integerrimo, coraggioso, ma anche molto buono, umano e caritatevole; molto brava anche la giovane e bella Vanessa Hudgens che, reduce dall'aberrante "Spring Breakers" si ritaglia finalmente un bel ruolo intenso e toccante, ma chi domina nettamente la scena su tutti è un immenso e inquietante John Cusack, per la prima volta nei panni del cattivo, e che cattivo ragazzi, l'attore, che siamo tutti abiutati a vedere sempre in ruoli positivi e anche romantici regala un killer veramente spaventoso, con espressioni di vuota perfidia che raggelano il sangue (soprattutto nella scena finale).
Alcuni hanno criticato la regia di Walker dicendo che si notava troppo che apparteneva ad un regista alle prime armi, ma secondo me, per essere alle prime armi, Walker ha dimostrato di saperci fare eccome usando la cinepresa in spalla quasi come a voler fare un documentario e raccontarci appunto la vera storia di questo assassino e immergendo lo spettatore nel gelo dell'Alaska, grazie anche ad una fotografia grigia e glaciale.
Cigliegina sulla torta, gli interminabili titoli di coda che mostrano le vere foto delle numerose vittime del killer mi hanno messo addosso una grande tirstezza e un grande disagio.
Insomma, secondo me ci troviamo davanti ad un validissimo e angosciante thriller biografico, ben diretto e magnificamente interpretato.