sabato 23 marzo 2013

Total Recall - Atto di forza

Titolo Originale: Total Recall
Regia: Len Wiseman
Sceneggiatura: Kurt Wimmer, Mark Bomback, Jon Povill, tratta dal romanzo di Philip K. Dick
Produttori: Neal H. Mortiz, Tony Jaffe
Interpreti: Colin Farrell, Kate Beckinsale, Jessica Biel, Bryan Cranston, Bookeem Woodbine, Bill Nighy
Anno: 2012
Nazionalità: USA, Canada
Durata: 118 min. ca

L'operaio Doug Quaid è tormentato da incubi nei quali egli è un agente segreto in fuga inoltre si sente depresso e insoddisfatto della propria vita così decide di andare alla Rekall, un'associazione che riesce a trasformare i sogni in ricordi propri. Per Doug sarà l'inizio di una pericolosa avventura quando una volta arrivato sul posto, proprio come nei suoi incubi, verrà scambiato per un agente segreto e braccato, quindi, da dei nemici che mai avrebbe sospettato di avere, ma Doug è veramente solo un semplice operaio?


Chi mi conosce sa bene che solitamente non sono uno contrario ai remake, anzi negli ultimi anni diversi di questi sono diventati alcuni dei miei film preferiti, però ci sono dei casi in cui non posso non schierarmi a favore di coloro che stroncano tali operazioni e, ahimè, questo Total Recall 2012 è uno di quei casi.
Il Total Recall originale, quello con Schwarzy, è una delle pellicole fantascientifiche più interessanti, coinvolgenti e (per l'epoca) innovative degli 90's, in questo piatto, noioso e mediocre remake invece, non c'è nulla di interessante, nulla di innovativo, non c'è veramente niente di niente, solo inseguimenti, girati anche piuttosto male, combattimenti coreografati da schifo ed esplosioni.
La messa in scena di tutta la pellicola è scadentissima, con una fotografia che pare quella di un telefilm di bassa lega, una regia piatta e anonima (Wiseman non è certo Verhoeven), una sceneggiatura solo abbozzata, personaggi squallidissimi, effetti speciali digitali a dir poco ridicoli (ancora ho nel cuore gli effetti in stop motion del film originale, quelle facce che esplodevano, gli occhi fuori dalle orbite ecc...) e un cast per nulla in parte; Colin Farrell è, di base, un gran bravo attore, ma qui, in questo film, nei panni di Douglas Quaid è credibile come Jenna Jameson nei panni di una suora, ad ogni battuta, ad ogni scena d'azione si rimpiange il buon vecchio Arnold, anche il cattivo, interpretato da un altro grandissimo attore quì completamente a disagio, ovvero Bryan Cranston, non funziona, il suo Coahgen non è minimamente paragonabile a quello di Ronny Cox, le uniche che funzionano e che costituiscono l'unica cosa buona del film sono le due super gnocche, ovvero Kate Beckinsale (moglie del regista Wiseman) e Jessica Biel che rispettivamente interpretano i ruoli che furono di Sharon Stone e Rachel Ticotin nella pellicola originale. Ecco loro se la cavano bene, sono convincenti entrambe, Kate è bella e letale e nulla ha da invidiare alla comunque splendida e bravissima Stone, la Biel invece oscura completamente la fiacca e racchia Ticotin regalandoci una performance di tutto rispetto e a conti fatti le uniche scene che si lasciano ricordare volentieri sono proprio quelle che vedono come protagoniste queste due stupende femmes fatal, il resto è veramente tutto da cestinare.
Leggendo notizie in rete mi pare di aver capito che questo film sia più fedele all'opera cartacea di Dick, ma sinceramente poco mi importa, non ho letto il racconto quindi non posso giudicare, ma la pellicola originale aveva grinta, passione, violenza e quel pizzico di auto-ironia tipica di quegli anni che invece sta robaccia non ha nemmeno in minima parte, quindi per tutti coloro che non hanno ancora visto questo inutile remake il mio consiglio è di non vederlo mai e se proprio avete voglia di gustarvi l'avventura di Doug Quaid allora riguardatevi l'originale, quello si che è un vero cult fantascientifico.

sabato 9 marzo 2013

Smashed

Titolo Originale: ID
Regia: James Ponsoldt
Sceneggiatura: James Ponsoldt, Susan Burke
Produttori: Jennifer Cochis, Jonathan Schwartz, Andrea Sperling, Zygi Wilf
Interpreti: Mary Elizabeth Winstead, Aaron Paul, Octavia Spencer, Nick Offerman, Megan Mullally
Anno: 2012
Nazionalità: USA
Durata: 77 min.ca

Kate è una giovane e bella insegnate di scuola elementare, ma è anche un'alcolizzata e un giorno si sente male davanti ai suoi alunni e per non rendere nota questa sua dipendenza mente spudoratamente e dice a tutti di essere incinta. Quando non è al lavoro passa il suo tempo ad ubriacarsi assieme al marito Charlie, ma questo comportamento auto-distruttivo la trascinerà in un mare di guai perciò la ragazza decide di affrontare i suoi demoni e seguire un programma di recupero.


Al di là della pellicola in sè, che è davvero notevole, quello che colpisce di più dell'opera prima del regista James Ponsoldt è la bravura della splendida Mary Elizabeth Winestead, attrice che io ho molto a cuore non solo per la sua bellezza dolce e mai volgare, ma anche perchè è indubbiamente una delle "scream queen" più attive in campo horror, la Winestead è infatti la protagonista del validissimo e purtroppo ingiustamente sottovalutato prequel de "La cosa", ma anche di altri horror, alcuni riusciti e altri no come "Black Christmass" e "Final Destination 3".
Dunque, chi mi conosce sa che non sono uno che si commuove tanto facilmente, ma la bella attrice regala una performance talmente intensa, realistica e straordinaria, che in alcune scene avevo davvo un nodo alla gola e viene lecito chiedersi come mai questa bravissima ragazza sia stata snobbata a questi Oscar, cioè nemmeno una nomination, scandaloso!!!! Ma forse è meglio soprassedere visto che anche quest'anno l'Academy si è dimostrata deludente, non ci dimentichiamo che hanno escluso anche l'immenso Di Caprio che con "Django Unchained" ha regalato la sua interpretazione migliore, vabbè misteri degli Oscar, veniamo al film che è meglio, perchè ci sarebbe da dire due parole anche sulla distribuzione (italiana in questo caso) che, come al solito, ha relegato questo bel film solo per il mercato home video, a parte una fugace apparizione al Torino Film Festival dove immagino il film sia passato in lingua originale, anche se il doppiaggio italiano, in questo caso, è ottimo.
Tornando alla pellicola in questione bisogna dire subito una cosa: di storie sul dramma dell'alcolismo ne abbiamo viste a bizeffe, ma ciò che rende "Smashed" assai riuscito e interessante è che, per la prima volta non viene trattato questo problema dal punto di vista di qualcuno che ci è appena entrato e che vuole far di tutto per ignorare la cosa, no, questa volta ci viene presentato un qualcuno, qualcuna in questo caso, che ne vuole uscire, che già da tempo è dentro questo "inferno" e che fa di tutto per migliorare la sua situazione e in questo la nostra bella protagonista rende veramente bene l'idea di cosa voglia dire lottare contro questa dipendenza, Kate si rende conto di ciò che sta facendo e la scena che meglio chiarisce questo concetto è quella della prima riunione della ragazza in cui la cinepresa si sofferma immobile su di lei, senza inutili musiche lacrimevoli in sottofondo, c'è solo il silenzio e la voce della protagonista   che parla al suo gruppo spiegando ad esso quanto per lei sia frustrante comportarsi in questo modo e quanto non possa farne a meno... una scena che mette i brividi.
La cosa che più ho apprezzato di questo film è il non voler mai cadere nella facile retorica, ne dare alcun giudizio, cosa non sempre facile quando si parla di drammi a stelle e strisce.
Anche il resto del cast, comunque, se la cava piuttosto bene: Aaron Paul, che interpreta il marito, è piuttosto convincente nella parte dello sbandato e sfaticato compagno della protagonista, simpatica anche Octavia Spencer, che molti ricorderanno per il dramma "The Help", pellicola grazie alla quale l'attrice si è portata a casa la tanto ambita statuetta, (io personalmente quel film non l'ho ancora visto, e la Spencer me la ricordo più nella parte dell'infermiera che viene massacrata a colpi di coltello da Michael Myers nell' Halloween 2 di Rob Zombie XD), che qui interpreta un membro del gruppo di sostegno di cui Kate fa parte.
Quindi chiunque cerchi un bel film, girato bene, interpretato magnificamente non deve lasciarsi sfuggire questo gioiellino al quale mi sento di fargli solo una piccola critica riguardante la durata, davvero troppo breve, 77 minuti (titoli di coda compresi) sono davvero pochi, magari con un quarticello in più avrebbero potuto sviluppare ulteriormente alcuni personaggi e alcuni aspetti della vicenda,peccato.
Complessivamente, comunque, non posso che ritenermi soddisfatto di questo piccolo/grande film.


venerdì 1 marzo 2013

Non aprite quella porta 3D

Titolo Originale: Texas Chainsaw 3D
Regia: John Luessenhop
Sceneggiatura: Adam Marcus, Debra Sullivan, Kirsten Elms, Stephen Susco
Produttori: Carl Mazzocone, Avi Lerner, Jason Constantine
Interpreti: Alexandra Daddario, Dan Yeager, Trey Songz, Tanya Raymonde, Bill Moseley, Marilyn Burns
Anno: 2013
Nazionalità: USA
Durata: 92 min. ca

La giovane Heather parte per il texas assieme ai suoi amici per riscuotere un'erdetià lasciatagli da una nonna che nemmeno sapeva di avere. Una volta arrivata, la ragazza scopre che l'eredità consiste in una bella e lussosa casa, ma ne Heather ne i suoi amici sanno che nei sotterranei della casa si nascone il terribile Leatherface, che armato della solita motosega è pronto a scatenare la sua furia omicida. Sarà l'inizio di un incubo.


E' difficile per il sottoscritto recensire questo film in maniera lucida e obiettiva dato che le saghe slasher sono il mio pane; cercherò quindi di analizzare tutto nel suo insieme spetterà poi ai lettori decidere se ho ragione o meno e se andare o no a vedere il film.
A detta di chi scrive questo "Texas Chainsaw 3D" è  magnifico nonchè tra i migliori episodi del franchise, i primi dieci minuti sono l'orgasmo del fan di vecchia scuola con gli spezzoni del cult di Tobe Hooper, vi giuro, vedere su grande schermo le scene del primo film è stata un esperienza che mi resterà nel cuore e dopo un breve antefatto che strizza l'occhio a "La casa del diavolo" di Rob Zombie inizia la storia vera e propria.
Nella prima mezz'ora, non posso negarlo, non si assiste a nulla di nuovo, i classici clichè: il solito gruppo di ragazzotti belli (soprattutto la meravigliosa protagonista) e stupidi con gli ormoni impazziti, il classico paesino di bifolchi rednek e un Leatherface inferocito e spietato come non mai.
Fino a qui, direte voi, niente di nuovo sotto il sole giusto? E invece no.
A metà il film prende una piega del tutto inaspettata, non solo a livello di trama, ma a livello concettuale: i ruoli vengono ribaltati, nulla è quello che sembra, ogni personaggio nasconde una doppia facciata, lo stesso Leatherface è diverso rispetto a quello degli altri film, possiamo dire che non è ne il mostro "indifeso" e tragico dei primi film, ne la furia sovrumana e diabolica della bilogia della Platinum Dunes; ad essere sinceri risulta veramente difficile poterlo descrivere e dar lui una collocazione precisa all'interno della storia, il suo ruolo non è più chiaro come quello di un tempo e, a mio parere, è proprio questa la carta vincente del film, il disorientare lo spettatore, rendergli difficile poter scegliere da quale parte stare, si perchè in questo film i buoni non sono veramente buoni e i cattivi, forse, non sono veramente cattivi, ma per meglio chiarie questo concetto si dovrebbe analizzare anche il personaggio della eroina (?) Heather interpretata da una splendida e anche piuttosto brava Alexandra Daddario.
La ragazza infatti è ben diversa dalla Sally Hardesty di Marilyn Burns o dalla Erin di Jessica Biel, il suo è un personaggio enigmatico, a tratti dolce e a tratti inquietante, un personaggio del quale risulta difficile delinearne la psicologia, ma che proprio per questo risulta essere molto interessante.
Procedendo in questo modo si arriva ad un finale veramente gagliardo che trova il suo culmine solo dopo i titoli di coda, quindi non alzatevi dalla sedia del cinema.
Analizzando anche altri aspetti posso dire che, salvo qualche imprecisione a livello di sceneggiatura, il film procede che è una meraviglia, la regia del bravo Luessenhop, autore degli interessanti "Lockdown - dietro le sbarre" e "Takers" è molto dinamica e coinvolgente, la fotografia di Anastas M. Michos forse non è sporca e "old style" come quella dei film prodotti da Bay, ma comunque è piuttosto cupa, lo splatter non manca anche se forse si poteva fare qualcosina di più quindi non aspettatevi i livelli eccelsi di brutalità e ferocia del prequel, anche se un paio di morti sono piuttosto cattivelle.
Anche il cast è di buon livello, oltre alla bellissima Daddario, che come ho detto, è una protagonista efficace, vanno segnalati i gustosissimi camei di Bill Moseley, che come i fan ricorderanno interpretava "Testa di latta" nel secondo film e che quì prende il posto del compianto Jim Siedow nei panni del capofamiglia Drayton Sawyer, Marilyn Burns che compare per pochi secondi e Gunnar Hansen, ovvero il Leatherface originale qui nei panni di un altro membro della famiglia di cannibali.
Ultimo, ma non ultimo Dan Yeager, ovvero il nuovo Leatherface, la sua performance è notevole, le movenze sono molto simili a quelle di Hansen (si vede proprio che Yeager si è studiato il film di Hooper a memoria) la sua presenza è inquietante al punto giusto, quindi un applauso anche a questo simpatico bestione.
Concludo dicendo che la lunga attesa, almeno per quello che mi riguarda, è stata pienamente ripagata, questa nuova avventura del mitico "Faccia di cuoio" è tra le migliori della saga, di certo tornerò a rivederla svariate volte e consiglio a tutti i fan del ragazzone texano armato di motosega di fare lo stesso.
"Heres your invitation to come join leatherface"..... ;-)

PS: unica nota veramente negativa, il 3d, completamente inutile, se riuscite a trovare una sala che lo proietta in 2d andate in quella.